Il canto della notte: Assoluto di Gelsomino
- Gaia Colombi
- 22 apr 2021
- Tempo di lettura: 4 min

Il Gelsomino è l’essenza che più richiama l’aspetto dell’incanto della seduzione, è puro piacere. Il Piacere è un impulso primitivo che dipende da se stesso, la ricerca del piacere si identifica con il piacere stesso. Non accetta contraffazioni, unico e inimitabile, il suo aroma seducente inebria il cuore di piacevoli sentori floreali e avvolge dolcemente tra le spire candide dei suoi petali.
Contiene indolo una sostanza euforizzante ed erotizzante, stimola l'ipotalamo a produrre encefalina, che apporta benessere diffuso.
E’ il Re della notte, il suo aroma si intensifica nelle ore serali; l’aromatipo è un esteta, passionale e travolgente, ama il fuoco e il gioco della seduzione:
"Ti sento nei miei sensi e sento che i miei sensi non sanno che obbedire alla tua chiamata scrive Gabriele D’Annunzio, sono le emozioni ad essere al centro della loro esistenza, ineluttabili e ineffabili come gli aromi. Sono persone rare e ricercate esattamente come il loro odore.
L’essenza rappresenta la morte iniziatica che si deve sperimentare per accedere al passaggio da uno stadio precedente a uno più evoluto, vincendo le nostre paure, integrandole e trasformandole in punti di forza. Ogni ciclo prevede una nascita e una morte, Gelsomino segna la morte di vecchi schemi e la nascita dei nuovi, insegna ad essere direttori d’orchestra del proprio futuro. In aromaterapia l’olio essenziale di gelsomino accende il desiderio e stimola la passione, contiene indolo una sostanza fortemente erotizzante.
Porta un messaggio di amore e di euforia, risveglia la sensualità e la sessualità. Rimuove traumi e condizionamenti dovuti a un’educazione troppo rigida, aiutando a riscoprire la sacralità della carne. Suggerito in caso di difficoltà nei rapporti personali e nell’espressione della propria sessualità. Diluito in olio di Jojoba per massaggi seducenti, ha un effetto vellutante e tonificante. Utilizzato sul viso migliora l’aspetto estetico distendendone i tratti.
Secondo Jung, il sale alchemico si riferisce ai sentimenti e a Eros; precisando ulteriormente l'idea di Jung, direi che il sale è quel fondamento minerale, impersonale, oggettivo dell'esperienza personale che rende possibile l'esperienza Niente sale, niente esperienza, soltanto uno scorrere e un dissiparsi di eventi privi di corpo psichico. J.Hillman ll piacere è fondamentale per fissare (sale) l'esperienza nel vissuto, è un impulso primitivo che dipende da sè stesso,mai è legato a un oggetto ma al soggetto, che pertanto ne ha il pieno potere. Cadiamo negli eccessi quando cediamo il potere all'oggetto del piacere

La descrizione che abbiamo fatto sin qui del candido ammaliatore, suggerisce il nome di un dio alato, Eros. Nella mitologia troviamo tre diverse versioni della sua genealogia, come divinità teogonica è figlio del Caos primitivo, rappresenta una forza attrattiva che assicura la coesione dell’Universo, è il principio animatore e ordinatore, senza di lui nessun’altra divinità sarebbe potuta nascere.
L’attrazione di Eros è talmente potente da vincere su qualsiasi altra cosa, veniva invocato per unire due materiali e anche in medicina per tenere insieme le parti del corpo. La sua potenza trascende il fine, infatti, non vi è nessuna garanzia che ciò che si sta unendo sia benefico o malefico, nemmeno lui stesso è in grado di opporsi al suo operato. Secondo questa visione di Esiodo, Eros era un Dio malizioso, incline alla perversità e proprio in virtù della sua potenza, un dio temibile e terribile. Nel simposio di Platone Eros è figlio di Penia (indigenza) e Poros (espediente). Povero come la madre aspira alla ricchezza del padre, diviene quindi anche una mania, uno stato emotivo che ricorda la Bellezza perfetta celeste, da cui l’anima è caduta, trovandosi cosi’ a vivere nella mancanza deve trovare un’espediente per colmarla, passando da un eccesso all’altro, non è tuttavia la Bellezza l’oggetto del suo desiderio ma la sua fecondità.
L’ente è posseduto dall’oggetto del desiderio. Il filosofo individua due tipi di Eros, l’amore sensuale attratto dalla bellezza dei corpi provocante la fecondità fisica, e l’amore celeste attratto dall’amore spirituale provocante la fecondità spirituale.
Nella mitologia classica, lo vediamo trasformarsi in una divinità dell’amore che compare quasi sempre come figlio di Afrodite, dea della Bellezza, la paternità viene attribuita ad Ares, Zeus o Ermes, per alcuni definito anche senza padre. Platone nel Simposio, parla di Eros come divinità che si insedia ovunque vi siano fiori e profumi, a indicare la stessa natura odorosa della madre. I dardi che scagliava non fallivano mai il bersaglio, chiunque ne fosse colpito sarebbe caduto in preda alla passione d'amore. Eros non si innamora mai se non tardivamente di Psiche, ma rimane inafferrabile, nessuno può vederlo in volto. L’Eros è la componente sessuale dell’amore, aspira alla soddisfazione di sé stesso, tramite tra il terreno e l’ultraterreno.
L’amore incarnato dalla dea Afrodite, da cui lui non si separa, è la personificazione dell’amore in forma adulta e matura. Sarà quindi l’incontro tra le due divinità a rendere l’unione un atto sacro. Un’altra versione narra il mito come figlio di Penia (mancanza) e Poros (espediente), adottato poi da Afrodite. Il mito narra che al banchetto per la nascita di Afrodite, si presentò Poros che ubbriacandosi dal bere del nettare si schiantò addormentandosi. A fine banchetto arrivò Penia a mendicare, vide Poros e volle unirsi con lui, da quell’unione nacque Eros.
Le informazioni riportate non si intendono come sostitute di parere o terapie medica. Copyright Gaia Colombi. Riproduzione riservata
Comments